Ischemia (ictus) cerebrale: Apple Watch ci protegge


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La fibrillazione atriale è la più comune aritmia cardiaca e provoca circa il 20% delle ischemie (ictus) cerebrali. Il meccanismo delle ischemie è molto semplice:
a cura del Dr. Reinhard Prior - Specialista e Docente di Neurologia

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Quando gli atri (le cavità di ingresso del sangue che ritorna dal circolo) hanno un battito accelerato (sono in 'fibrillazione') le loro pareti non si contraggono più, sono ferme e sulle loro pareti ferme si formano coaguli. Se questi coaguli vengono poi immessi in circolazione con la contrazione cardiaca, viaggiano lungo le arterie cerebrali e possono occludere i vasi, così sangue e ossigeno non arrivano e il tessuto cerebrale a valle del vaso muore. Poiché le occlusioni spesso riguardano arterie grandi e importanti i conseguenti deficit neurologici sono devastanti e spesso irreversibili (ad es. emiparesi, afasia con perdita del linguaggio, perdita della vista) o letali, in particolare se sono colpite strutture del sensibile tronco cerebrale oppure per un massiccio edema cerebrale che si sviluppa con la necrosi del tessuto che non può espandersi nella scatola cranica e rimane compresso con ulteriore danno o spesso morte cerebrale.

Se la fibrillazione atriale è acuta o intermittente si può cercare di farla rientrare con interventi di cardioversione o farmaci anti-aritmici. Se è cronica non funzionano né cardioversione né anti-aritmici. Rimane però la possibilità di evitare la formazione di coaguli in modo farmacologico usando farmaci anticoagulanti come il Coumadin
oppure i nuovi farmaci anticoagulanti orali NOAK (Pradaxa, Xarelto, Eliquis, Lixiana). La terapia anticoagulante riduce il rischio di ischemie cerebrali di circa l’80% e lo riporta ad un livello 'normale': senza terapia un quarto delle persone ha un'ischemia importante entro 5 anni, con terapia il rischio si riduce ad un 5% entro 5 anni.

La fibrillazione atriale spesso si nasconde in quanto può essere intermittente e non risulta così su un singolo elettrocardiogramma (ECG) di routine e non risulta neanche su un ECG Holter di 24 ore. Ed è qui che lo smartwatch dà una mano: permette un'osservazione continua del ritmo cardiaco e in caso di aritmia manda un avviso di allarme. Ne sono capaci gli Apple Watch a cominciare dalla serie 3, dalla serie 5 registrano anche un ECG che può essere inviato al proprio medico o cardiologo. Registrano (con una semplicità disarmante - basta toccare la corona dell'orologio per 30 secondi con la punta dell'indice) un tracciato ECG a singola derivazione con limiti nella valutazione cardiologica globale ma perfettamente in grado di documentare la presenza di fibrillazione atriale e altri disturbi del ritmo come tachicardia, bradicardia o extrasistoli. Potrebbe in teoria, se inviato e letto dal cardiologo, anche rilevare un infarto acuto del miocardio, ma Apple si tiene per buoni motivi fuori dal terreno rischioso e anche legalmente pericoloso delle emergenze cardiache. Fornisce in ogni caso insieme al tracciato le diagnosi di 'ritmo sinusale' o 'fibrillazione atriale' e certifica la normalità di un tracciato. Il tracciato viene fornito in pdf sull’Iphone associato al Watch e può essere stampato o inviato tramite email o WhatsApp al proprio medico o cardiologo nel caso di dubbi diagnostici. Apple ha dimostrato un anno fa in un grande studio clinico su più 400000 (!) persone come sia attendibile questo metodo per evidenziare una fibrillazione atriale. Un metodo nuovo che offre straordinarie possibilità di prevenzione di eventi ischemici altrimenti spesso purtroppo devastanti con conseguenze irreversibili o letali.

La terapia anticoagulante comporta comunque un certo rischio di emorragie e va assunta solo se effettivamente è presente una fibrillazione atriale durante un certo intervallo di tempo. Ci sono non poche persone sotto terapia anticoagulante protratta per anni che non ne avrebbero bisogno e sarebbe sufficiente un anti-aggregante (ad es. Cardioaspirin, Cardirene, Plawix). Potrebbe essere anche indicata nessuna terapia se non ci sono fattori di rischio cardiovascolare generale (ipertensione, diabete, iperlipidemia, fumo, precedenti eventi ischemici). Anche in questo senso lo smartwatch da una mano - per non esporre senza motivo persone (spesso anziane) all'assunzione di farmaci inutili con il rischio di causare emorragie serie anche ad es. cerebrali.

Apple del resto è stata sempre molto sensibile a promuovere la sua tecnologia a favore della salute e nel sostegno di chi ha difficoltà fisica. Altri esempi sono l'impegno dei suoi soft- e hardware a favore degli ipovedenti, l'uso dei suoi auricolari come apparecchi acustici, gli Apple Watch serie 6 hanno perfino un integrato saturimetro dell'ossigeno anticipando il Covid e permettono infine un'analisi del sonno - insonnia cronica e altri disturbi del sonno come l'apnea ostruttiva aumentano il rischio di ischemia cerebrale e sembra siano coinvolti anche nello sviluppo di deficit cognitivi - per non parlare della stanchezza cronica e del malessere fisico generale che ne risulta.