Convulsioni febbrili

Sono la mamma di un bambino di 16 mesi che, in seguito a forti rialzi febbrili sempre successivi alla vaccinazione, ha avuto 3 episodi di convulsioni febbrili con scosse agli arti e perdita di coscienza.
Le prime due crisi (rispettivamente a 4 mesi e mezzo e a 9 mesi) sono state risolte mediante somministrazione di un microclisma di Micronoan, che nel giro di pochi minuti ha riportato il bambino ad una condizione "normale". Tuttavia, circa una settimana dopo essere stato sottoposto alla cosiddetta vaccinazione trivalente per morbillo, rosolia e parotite, il bambino ha avuto una crisi più forte delle precedenti, che non è stato possibile risolvere nonostante i 2 microclismi di Valium. A questo si è aggiunta una crisi respiratoria ed è stato portato al PS, dove è giunto in stato di coma; è stato quindi sottoposto ad una serie di accertamenti (TAC, ecografia del cranio e lastra al torace) che hanno avuto esito negativo. Estubato e rianimato dopo poche ore, è stato ricoverato per una serie di accertamenti diagnostici; in particolare, l'ECG effettuato il giorno dopo ha rilevato una asimmetria centro posteriore destra, mentre lo stesso esame, effettuato a 4 giorni dalla crisi per evitare che il risultato dell'esame fosse falsato dai farmaci che gli erano stati somministrati (a detta dei medici, potevano essere i responsabili del rallentamento che l'EEG aveva rilevato), è risultato negativo. Il bambino è stato poi sottoposto anche a risonanza magnetica che, a quanto hanno spiegato i dottori, ha restituito un esito soddisfacente in quanto non ha rilevato né malformazioni né alterazioni di altro tipo, pur evidenziando una (cito testualmente la diagnosi) "asimmetria di scarico venoso per prevalenza destra (seno traverso e seno sigmoideo) e ispessimento mucosale più marcato al seno mascellare di sinistra" che potevano ipotizzare una sofferenza avuta dal bambino al momento della nascita.

La diagnosi di dimissione è stata quella di "insufficienza respiratoria in stato di male convulsivo febbrile in paziente con pregresse convulsioni febbrili complesse" e i medici gli hanno prescritto una terapia a base di Depakin gocce, con dose giornaliera di 100 + 100 ml (pesa circa 11 kg).

Ho visto però che il medicinale appartiene alla categoria degli antiepilettici e quindi mi domando che legame ci sia, al di là del fatto che le manifestazioni delle crisi sono molto simili, tra l’epilessia vera e propria e le convulsioni febbrili. Credevo infatti che l’epilessia non fosse influenzata dalla febbre. In particolare, un bambino che soffre di convulsioni febbrili complesse è epilettico? In caso affermativo, è possibile che si tratti di un problema destinato a risolversi con l’età o ci sono casi di terapia con Depakin che durano per tutta la vita?
Se possibile, le chiedo anche che differenza c'è tra convulsione febbrile e convulsione in corso di febbre.

Risposta:

"convulsione febbrile" e "convulsione in corso di febbre" è la stessa cosa ovviamente. La febbre abbassa semplicemente la soglia per poter avere crisi. E avere crisi febbrili indica una maggiore disposizione a poter avere crisi, non necessariamente un'epilessia. Il termine 'epilettico' poi non è ben definito, si definisce soprattutto per la presenza di crisi spontanee ripetute, anche in assenza di febbre. Il tutto può senz'altro scomparire con l'età e se le crisi si manifestano esclusivamente sotto febbre, non sono troppo preoccupanti. Probabilmente con il Depakin i colleghi volevano dare solo una precauzione, alzando la soglia e evitando così un rimanifestarsi con una eventuale nuova febbre, anche considerando la particolare gravità dell'ultima crisi che ha comportato uno stato convulsivo (che sarebbe una crisi che non termina spontaneamente). 
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