Epilessia e videogiochi

Sono a conoscenza del caso di un bambino di tre anni a cui è stata diagnosticata l'epilessia. Sto cercando di avere delle informazioni in merito alle situazioni da evitare per non aumentare la possibilità di una crisi epilettica ed alcuni amici operanti nella sanità mi hanno detto che bisognerebbe evitare che il bambino abbia a che fare con videogame
Sono a conoscenza del caso di un bambino di tre anni a cui è stata diagnosticata l'epilessia. Sto cercando di avere delle informazioni in merito alle situazioni da evitare per non aumentare la possibilità di una crisi epilettica ed alcuni amici operanti nella sanità mi hanno detto che bisognerebbe evitare che il bambino abbia a che fare con videogame, luci intermittenti, flash e altro. Vorrei avere, se possibile, notizie più dettagliate in merito a questo argomento poiché ho trovato solo informazioni su come comportarsi in caso di crisi, ma non so se è possibile fare qualcosa per "ridurre" la possibilità di un attacco.


Risposta:

Solo il 5% delle epilessie sono fotosensitive, 95% non sono influenzate da stimoli luminosi. Per sapere se un'epilessia è fotosensitiva, è necessario eseguire un elettroencefalogramma con fotostimolazione. Chi ha un'epilessia fotosensitiva, dovrebbe evitare sia videogiochi, sia uno schermo televisivo troppo ravvicinato (sono più 'pericolosi' i televisori a 50 Hz rispetto ai televisori moderni ai 100 Hz) e altri stimoli di luce forte intermittente come ad es. quelli presenti in discoteca. Per tutte le altre persone (incluso il 95% delle persone con epilessia) gli stimoli luminosi e i videogiochi come tali non comportano alcun rischio. Perché allora si ripetono episodi di crisi epilettiche davanti ai videogiochi o in discoteca? Sia perché può essere un evento casuale, sia anche perché queste attività di tempo libero spesso coincidono con un deficit di sonno o con consumo di alcool che possono provocare a loro volta crisi epilettiche. Per rispondere alla Sua ultima domanda, sono quelle le uniche situazioni evitabili (oltre ad una mancata assunzione dei farmaci anticonvulsivi) per ridurre il rischio di una crisi epilettica.
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