Sclerosi multipla da insufficienza venosa (CCSVI)?
03 12 09
Aggiornamento ottobre 2013
L’esperienza CCSVI può essere considerata conclusa, almeno su base internazionale. Risultati come i risultati descritti inizialmente dal gruppo di Zamboni non sono stati replicati da molti altri gruppi nonostante un forte interesse. Nel recente congresso ECTRIMS a Copenhagen, una delle conferenze più importanti sulla sclerosi multipla, su più di 1000 contributi, solo quattro trattavano la CCSVI, descrivendo del resto risultati negativi e nel caso dell’angioplastica semmai soggettivi iniziali e non duraturi nel tempo. In conlusione più che altro un ipotesi che ha ricevuto smisurata attenzione amplificata da Internet dopo la pubblicazione di primi risultati poi non reproducibili.
Segue l’articolo del 2009:
Paolo Zamboni, brillante chirurgo vascolare dell'Università di Ferrara, propone, in collaborazione con colleghi neurologi dell'ospedale Bellaria di Bologna, un approccio radicalmente alternativo alla comprensione, diagnosi e terapia della sclerosi multipla. In una conferenza a Londra spiega nel 2006 la sua "grande idea": le placche della sclerosi multipla sarebbero nel meccanismo della loro formazione simili alle ulcere croniche delle gambe che lui conosce bene e sul cui meccanismo di formazione ha lavorato e pubblicato molto, un'infiammazione cronica causata da un'insufficienza venosa, un riflusso o ristagno del sangue sulla sua via di ritorno dal cervello al cuore.
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L’esperienza CCSVI può essere considerata conclusa, almeno su base internazionale. Risultati come i risultati descritti inizialmente dal gruppo di Zamboni non sono stati replicati da molti altri gruppi nonostante un forte interesse. Nel recente congresso ECTRIMS a Copenhagen, una delle conferenze più importanti sulla sclerosi multipla, su più di 1000 contributi, solo quattro trattavano la CCSVI, descrivendo del resto risultati negativi e nel caso dell’angioplastica semmai soggettivi iniziali e non duraturi nel tempo. In conlusione più che altro un ipotesi che ha ricevuto smisurata attenzione amplificata da Internet dopo la pubblicazione di primi risultati poi non reproducibili.
Segue l’articolo del 2009:
Paolo Zamboni, brillante chirurgo vascolare dell'Università di Ferrara, propone, in collaborazione con colleghi neurologi dell'ospedale Bellaria di Bologna, un approccio radicalmente alternativo alla comprensione, diagnosi e terapia della sclerosi multipla. In una conferenza a Londra spiega nel 2006 la sua "grande idea": le placche della sclerosi multipla sarebbero nel meccanismo della loro formazione simili alle ulcere croniche delle gambe che lui conosce bene e sul cui meccanismo di formazione ha lavorato e pubblicato molto, un'infiammazione cronica causata da un'insufficienza venosa, un riflusso o ristagno del sangue sulla sua via di ritorno dal cervello al cuore.
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40. Congresso della Società Italiana di Neurologia (SIN) a Padova
07 11 09

Il congresso annuale della Società Italiana di Neurologia, prossimamente a Padova, rappresenta l'evento nazionale più importante della ricerca neurologica italiana ed è uno specchio di quel che succede nel campo. Il programma scientifico può essere scaricato dal sito della SIN. Ha 232 pagine che annunciano una vasta gamma di simposi, conferenze didattiche e presentazioni scientifiche sotto forma di circa 1200 comunicazioni orali e poster. Come orientarsi in questa infinità di contenuti? Come tentare un riassunto del programma? Come capire chi conta e chi lavora nella scena della neurologia accademica italiana? Sembra non facile. Ecco un tentativo tramite un generatore di "Word cloud" con una rappresentazione visiva maggiore per le parole più frequenti (e con ciò, si presume, più importanti). Le parole analizzate riflettono la lingua inglese, lingua della scienza e ricerca internazionale e perciò giustamente usata anche nel programma della SIN. La maggior parte dei termini è comunque perfettamente comprensibile anche per chi parla solo italiano e conosce la terminologia medica. Qui sopra le 30 parole più frequenti analizzando l'intero programma. Ben evidenti i maggiori poli universitari tra Roma, MIlano, Padova, Genova, Firenze, Bari e Napoli. Spicca un singolo nome (Comi), quello più presente tra gli autori delle comunicazioni scientifiche. Spiccano ovviamente i pazienti, senza di loro la neurologia sarebbe inutile. Le parole 'Case' e 'Report' indicano che molti contributi non sono proprio ricerche o studi, ma 'case report', la semplice presentazione di singoli casi clinici degni di nota nella discussione tra esperti. E spiccano quelle due patologie che rappresentano gli argomenti più trattati: la sclerosi multipla e lo stroke (ictus). E infine la pausa pranzo. La neurologia ovviamente è molto più vasta e differenziata. Tentiamo perciò un'analisi più dettagliata.
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XCell-Center: terapia sconsigliata
23 09 09
Sempre più spesso mi contattano pazienti per avere maggiori informazioni sulle terapie a base di cellule staminali adulte, propagate anche in Italia da XCell-Center, tramite pubblicità sui motori di ricerca come Google. Ricercando infatti per "staminali Parkinson", "staminali Alzheimer" oppure "staminali ictus", gli annunci di Xcell-Center appaiono come primo risultato e collegano a un sito italiano in cui si presenta, con aura di scientificità e serietà, una clinica privata con sedi a Colonia e a Düsseldorf, in Germania. Si propongono terapie per le più svariate indicazioni neurologiche tra cui ischemia cerebrale, Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica e perfino lesioni del midollo spinale. Il procedimento è sempre lo stesso: basterebbe raccogliere cellule staminali adulte dal midollo osseo del paziente stesso e reiniettarle, o endovena (costo di 7.500 Euro) oppure direttamente nel liquor cerebrospinale tramite puntura lombare (costo di 26.000 Euro da anticipare). Non ci sarebbe alcun rischio o effetto collaterale importante. Sarà vero. Ma non c'è neanche alcun beneficio, oltre a un possibile effetto placebo temporaneo che si può avere con investimenti molto più modici, ad es. andando da un bravo omeopata. In un paese in cui l'omeopatia gode di grande stima, anche la terapia con le proprie cellule staminali può essere praticata da chiunque abbia una laurea in Medicina. Questo non significa che abbia un effetto. Manca infatti (anche se sul sito si tenta di crearne l'apparenza) qualsiasi prova o studio pubblicato sull'efficacia delle terapia qui proposta. E' poco probabile che una cellula del midollo osseo trovi magicamente la sua strada inserendosi proprio in quelle piccole aree cerebrali in cui si ha, ad es. nel Parkinson, una degenerazione di alcuni neuroni. Con un comunicato stampa pubblicato oggi in prima pagina sul suo sito, la Società tedesca di Neurologia sconsiglia esplicitamente le terapie offerte da Xcell-Center, definendole prive di efficacia e appellandosi alla legge perché vieti in futuro tali offerte terapeutiche. Perfino la televisione pubblica tedesca ZDF ha affondato in un recente servizio le pratiche e le improbabili promesse di XCell-Center.
Efficace l'agopuntura nelle cefalea
Anche a 'stile libero'
08 02 09

Due (1,2) nuove revisioni di letteratura della Cochrane Collaboration (l'autorevole istituzione internazionale che valuta le pubblicazioni della ricerca medica per il loro significato reale nella formulazione di raccomandazioni terapeutiche) confermano che l'agopuntura è utile nella prevenzione della cefalea sia di tipo emicranico sia di tipo muscolo-tensivo. Come già è stato trovato in passato (v. questa notizia su neurologia.it), non è necessario che venga seguito un certo protocollo o che gli aghi vengano inseriti secondo la dottrina cinese. Basta inserirli, sono infatti efficaci anche le agopunture eseguite come controllo, ad inserzione libera. Il trattamento ad ago (cinese o 'stile libero') perciò può essere un utile complemento alla farmacoprofilassi dell'emicrania. Sono probabilmente meccanismi multipli che mediano l'effetto analgesico dell'agopuntura, tra cui possibilmente la liberazioni di endorfine e l'induzione di ricettori opioidi. Una recente review degli studi effettuati conclude che il quadro attuale delle conoscenze è un gran puzzle ancora da risolvere.